Conseguenze pratiche dell’uso dell’informazione di habitat
 

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Conseguenze pratiche dell’uso dell’informazione di habitat

Nel valutare l’allontanamento dalle ‘condizioni naturali’, e cioè l’impatto effettivo, sarà opportuno agire ricordando almeno alcuni importanti elementi.

  • È possibile che gli indicatori e le metriche biologiche in uso normalmente e.g. per la classificazione ufficiale dei corpi idrici per la WFD, risentano sia dei fattori di origine antropica (impatti) sia dei fattori di habitat (effetti delle variazioni naturali). In questo caso, disporre di informazioni sull’habitat, sulle relazioni che lo legano alle biocenosi e sulle pressioni effettivamente presenti consentirà di distinguere e quantificare gli impatti dai fattori di variabilità naturale. Ciò è fondamentale per pianificare misure effettivamente utili e per valutarne l’efficacia.

  • È verosimile che più aspetti principali di habitat influenzino simultaneamente le biocenosi acquatiche e che vadano quindi valutati in concomitanza al fine di interpretare le potenzialità delle comunità e i reali effetti di eventuali fattori di pressione.

  • La WFD fa esplicito riferimento a variazioni nell’abbondanza dei taxa rinvenuti che, al di là di quanto gli organismi risultano raggruppati tra loro, dovrebbe esprimere la “quantità” dei singoli taxa. È perciò ovvio che, per valutare lo stato ecologico in presenza di impatti che determinano la riduzione degli habitat disponibili e non necessariamente o non solo della loro qualità – come la diminuzione di portata in alveo – l’associata diminuzione di abbondanza complessiva dovrebbe essere considerata. In altre parole, non sarà sufficiente valutare la rarefazione dei taxa (mediante la valutazione della densità) ma potrà essere necessario ponderare il giudizio biologico di qualità attraverso un fattore quantitativo (e.g. abbondanza osservata rispetto all’attesa).

  • Data l’importanza della quantità di habitat, oltre che della qualità degli habitat, per le biocenosi l’utilizzo di metodi semplici e facilmente interpretabili in grado di porre in relazione diretta aspetti quantitativi (e.g. la portata e l’effettiva disponibilità di habitat) e qualitativi (e.g. lo stato ecologico o una componente biologica richiesta per determinarlo) dovrebbero facilitare una gestione efficace della risorsa idrica.

  • È noto che gli elementi biologici, anche in assenza di disturbi antropici, mostrano una naturale variabilità, che può anche essere elevata. Come detto in precedenza, una parte di tale variabilità è legata a variazioni nelle caratteristiche degli habitat presenti, che saranno più o meno idonei agli organismi potenzialmente presenti. Al fine di limitare la variabilità nella definizione delle condizioni di riferimento biologiche, queste ultime dovrebbero quindi essere quantificate considerando direttamente fattori di habitat, solo parzialmente e grossolanamente inseribili in fattori tipologici (ad esempio in tipologie ‘standard’ e applicabili su larga scala per la WFD).

  • In assenza di pressioni rilevanti, la presenza di una ‘buona qualità’ per certi aspetti di habitat (e.g. numero e diversificazione) potrà compensare condizioni limitanti per altri aspetti (e.g. condizioni estreme); si pensi ad esempio ai fiumi nel periodo estivo, in area mediterranea. Analogamente, condizioni di habitat ottimali potranno mitigare, almeno in parte, l’impatto di importanti alterazioni (e.g. inquinamento, riduzione della portata/livello). La conoscenza di quali siano i fattori di habitat più importanti per le biocenosi e come essi siano espressi nell’ambiente al momento dell’indagine è quindi molto importante per interpretare qualsiasi dato biologico, anche in relazione all’effettivo manifestarsi di eventuali impatti.

  • È auspicabile che metriche biologiche dedicate a valutare gli effetti dell’alterazione degli habitat dovuti a forme definite di pressione (prelievi idrici, uso agricolo o artificiale del territorio, presenza di manufatti, gestione degli invasi, etc.) siano affiancate a quelle comunemente in uso, al fine di affinare l’informazione disponibile per la predisposizione di misure per i PdG e per valutarne l’efficacia. In particolare, ciò sarà di grande utilità per la selezione di misure aggiuntive e relativamente poco costose, complementari a quelle già previste, focalizzate soprattutto al miglioramento della qualità degli habitat acquatici e ripari.

Ulteriori dettagli nella descrizione del gruppo di attività I3.